Il “Percorso di Musica Insieme” ( QUANTO COSTA ? )
a cura di Massimiliano Santoni
Esattamente così, come scritto: ho fortemente voluto che tale iniziativa portasse con sé questa definizione.
Qualcuno mi ha chiesto, in più di un’occasione, se stessi commettendo un errore di tipo grammaticale, non parlando per es. di “corsi di musica d’insieme”, o simili. Non si tratta di questo. Il fatto è che la progettualità, quando è espressione di approcci specifici, trova la sua dimensione anche attraverso precise sfumature linguistiche. Cosa significa? In primo luogo, il termine percorso contiene l’idea di qualcosa di costantemente evolutivo, dove l’importanza di ciò che si costruisce, trova la sua essenza nell’ambito della costruzione stessa. In questa maniera, il raggiungimento di un obiettivo si pone sempre all’interno di una fenomenologia dinamica, dove ogni elemento diventa base di potenziali espressioni ulteriori. E questo, avviene attraverso la musica.
Attenzione però.
Io continuo a sostenere da anni un principio, apparentemente paradossale, ma utilissimo. Dobbiamo avere la consapevolezza che stiamo trattando un argomento il quale, di fatto, non sappiamo definire. Qualcuno sa forse rispondere alla domanda che cos’è la musica? Le definizioni accademiche, spesso obsolete, non ci soddisfano. Di fronte a ciò, l’unico atteggiamento realmente sano, credo, debba essere quello di una costante, grandissima umiltà.
Che non toglie la determinazione nel produrre, nonché l’entusiasmo nel condividere: semplicemente li rende più equilibrati. E tutto questo, lavorando insieme. Imparando a riconoscere ruoli, talora necessariamente differenti, eppure insieme. Nell’ottica del mio approccio, questo concetto è fondamentale.
Significa in primis trovarsi in una situazione di confronto con l’altro: e tale confronto, pur nella complessità delle dinamiche, apre due prospettive importantissime.
· La prima ha a che fare con tutto ciò che si riferisce alla coscienza di sé: si comincia infatti ad assumere consapevolezza della propria identità, dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Niente di meglio, a mio modo di vedere, per sdrammatizzare gli “insuccessi” con un po’ di sana autoironia, ma anche per gioire in maniera equilibrata dei “successi” (non solo musicali).
. La seconda, riguarda il fatto che si determina la possibilità legata alla comprensione dell’importanza dell’altro. E non solo perché siamo tenuti (per fortuna, direi) a vivere in società: ma perché l’altro, l’altro da noi, è davvero essenziale. Ognuno di noi è, di fatto, portatore di intelligenza, di peculiarità uniche ed irripetibili, di identità in costruzione. Saper ascoltare l’altro significa aprire la mente, conoscere, dialogare. Oltre che capirsi meglio. Significa aumentare esponenzialmente le possibilità di sperimentare il reale significato di quello che chiamiamo rispetto reciproco. Anche perché mi pare che, ad oggi, se ne abbia un discreto bisogno. E come si mette in atto tutto questo, in una lezione di Musica Insieme? Ebbene, il principio seguito è quello di pensare costantemente al fatto che ogni Persona è risorsa e protagonista: creando le condizioni per fare sì che ciascuno contribuisca attivamente come può; in base al livello, alle istanze, alle peculiarità. Sottolineando che non conta il livello, quanto il contributo. Certo, poi bisogna rimettere tutto insieme, appunto: e qui subentra il lavoro dell’insegnante, che è tenuto a riconoscere ed integrare. Spesso, proprio per questo, estremamente gravoso. Sempre, proprio per questo, estremamente affascinante.
Un’ultima considerazione.
Se è vero che le attività portate avanti con consapevolezza, in genere non vengono “male” soprattutto perché indirizzano ad una forma mentis ampia e progettuale, e considerando che oltretutto, da ciò che vediamo, pur nella serietà del lavoro, ci si diverte molto, ci si chiede se tutto ciò costituisca anche la possibilità (nei limiti, e seppur minima) di contribuire ad un miglioramento legato alla dimensione del “benessere quotidiano”. Vedremo. Tutto ciò è in fase di riflessione. Indubbiamente, se fosse vero, significherebbe che i nostri sforzi sono ampiamente ripagati.
a cura di Massimiliano Santoni
Esattamente così, come scritto: ho fortemente voluto che tale iniziativa portasse con sé questa definizione.
Qualcuno mi ha chiesto, in più di un’occasione, se stessi commettendo un errore di tipo grammaticale, non parlando per es. di “corsi di musica d’insieme”, o simili. Non si tratta di questo. Il fatto è che la progettualità, quando è espressione di approcci specifici, trova la sua dimensione anche attraverso precise sfumature linguistiche. Cosa significa? In primo luogo, il termine percorso contiene l’idea di qualcosa di costantemente evolutivo, dove l’importanza di ciò che si costruisce, trova la sua essenza nell’ambito della costruzione stessa. In questa maniera, il raggiungimento di un obiettivo si pone sempre all’interno di una fenomenologia dinamica, dove ogni elemento diventa base di potenziali espressioni ulteriori. E questo, avviene attraverso la musica.
Attenzione però.
Io continuo a sostenere da anni un principio, apparentemente paradossale, ma utilissimo. Dobbiamo avere la consapevolezza che stiamo trattando un argomento il quale, di fatto, non sappiamo definire. Qualcuno sa forse rispondere alla domanda che cos’è la musica? Le definizioni accademiche, spesso obsolete, non ci soddisfano. Di fronte a ciò, l’unico atteggiamento realmente sano, credo, debba essere quello di una costante, grandissima umiltà.
Che non toglie la determinazione nel produrre, nonché l’entusiasmo nel condividere: semplicemente li rende più equilibrati. E tutto questo, lavorando insieme. Imparando a riconoscere ruoli, talora necessariamente differenti, eppure insieme. Nell’ottica del mio approccio, questo concetto è fondamentale.
Significa in primis trovarsi in una situazione di confronto con l’altro: e tale confronto, pur nella complessità delle dinamiche, apre due prospettive importantissime.
· La prima ha a che fare con tutto ciò che si riferisce alla coscienza di sé: si comincia infatti ad assumere consapevolezza della propria identità, dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Niente di meglio, a mio modo di vedere, per sdrammatizzare gli “insuccessi” con un po’ di sana autoironia, ma anche per gioire in maniera equilibrata dei “successi” (non solo musicali).
. La seconda, riguarda il fatto che si determina la possibilità legata alla comprensione dell’importanza dell’altro. E non solo perché siamo tenuti (per fortuna, direi) a vivere in società: ma perché l’altro, l’altro da noi, è davvero essenziale. Ognuno di noi è, di fatto, portatore di intelligenza, di peculiarità uniche ed irripetibili, di identità in costruzione. Saper ascoltare l’altro significa aprire la mente, conoscere, dialogare. Oltre che capirsi meglio. Significa aumentare esponenzialmente le possibilità di sperimentare il reale significato di quello che chiamiamo rispetto reciproco. Anche perché mi pare che, ad oggi, se ne abbia un discreto bisogno. E come si mette in atto tutto questo, in una lezione di Musica Insieme? Ebbene, il principio seguito è quello di pensare costantemente al fatto che ogni Persona è risorsa e protagonista: creando le condizioni per fare sì che ciascuno contribuisca attivamente come può; in base al livello, alle istanze, alle peculiarità. Sottolineando che non conta il livello, quanto il contributo. Certo, poi bisogna rimettere tutto insieme, appunto: e qui subentra il lavoro dell’insegnante, che è tenuto a riconoscere ed integrare. Spesso, proprio per questo, estremamente gravoso. Sempre, proprio per questo, estremamente affascinante.
Un’ultima considerazione.
Se è vero che le attività portate avanti con consapevolezza, in genere non vengono “male” soprattutto perché indirizzano ad una forma mentis ampia e progettuale, e considerando che oltretutto, da ciò che vediamo, pur nella serietà del lavoro, ci si diverte molto, ci si chiede se tutto ciò costituisca anche la possibilità (nei limiti, e seppur minima) di contribuire ad un miglioramento legato alla dimensione del “benessere quotidiano”. Vedremo. Tutto ciò è in fase di riflessione. Indubbiamente, se fosse vero, significherebbe che i nostri sforzi sono ampiamente ripagati.
COSE UTILI
PROGRAMMI SCRITTURA MUSICALE e RICERCA ACCORDI X CHITARRA (GRATIS) ▼ POWER TAB EDITOR GUITAR ALCHEMIST FREE (attenzione: se si vuole la versione gratuita non scaricare Guitar Alchemist, che è a pagamento, ma Guitar Alchemist Free) |