TEATRO, RECITAZIONE, DIZIONE
QUANDO
da SETTEMBRE a GIUGNO
QUANTO
4 incontri al mese (cadenza settimanale) di 90 minuti
COME
Il Corso Teatrale ha lo scopo di esplorare il proprio corpo e la propria voce, giocando ad interpretare e vivere storie e personaggi presi dalla letteratura contemporanea e del passato.
Tra le materie
Movimento Scenico, Interpretazione, Tecniche Vocali, Dizione.
"Riconoscere le proprie emozioni ed imparare ad esprimerle è un atto d'amore verso sé stessi e verso gli altri."
Ingrid Monacelli
_____________________________________________________________________________
L’acquisizione di abilità espressive e tecniche teatrali specifiche ha moltissimo in comune con l’acquisizione di specifiche abilità musicali.
A ben vedere i termini usati nella musica e nel teatro sono del tutto simili: ritmo, timbro, intensità, modulazione, durate, tempi, pause, colore, contesto, funzione, emotività, interpretazione, creatività..... e ciascuno di questi elementi va profondamente indagato ed esercitato tanto nella musica quanto nel teatro. Se, parlando di musica, si è affermato che il corpo è il primo naturale strumento ritmico e la voce il primo naturale strumento melodico dobbiamo ricordare, pur rischiando l’ovvietà, che corpo e voce sono anche gli artefici principali dell’evento teatrale di impostazione recitativa.
da SETTEMBRE a GIUGNO
QUANTO
4 incontri al mese (cadenza settimanale) di 90 minuti
COME
Il Corso Teatrale ha lo scopo di esplorare il proprio corpo e la propria voce, giocando ad interpretare e vivere storie e personaggi presi dalla letteratura contemporanea e del passato.
Tra le materie
Movimento Scenico, Interpretazione, Tecniche Vocali, Dizione.
"Riconoscere le proprie emozioni ed imparare ad esprimerle è un atto d'amore verso sé stessi e verso gli altri."
Ingrid Monacelli
_____________________________________________________________________________
L’acquisizione di abilità espressive e tecniche teatrali specifiche ha moltissimo in comune con l’acquisizione di specifiche abilità musicali.
A ben vedere i termini usati nella musica e nel teatro sono del tutto simili: ritmo, timbro, intensità, modulazione, durate, tempi, pause, colore, contesto, funzione, emotività, interpretazione, creatività..... e ciascuno di questi elementi va profondamente indagato ed esercitato tanto nella musica quanto nel teatro. Se, parlando di musica, si è affermato che il corpo è il primo naturale strumento ritmico e la voce il primo naturale strumento melodico dobbiamo ricordare, pur rischiando l’ovvietà, che corpo e voce sono anche gli artefici principali dell’evento teatrale di impostazione recitativa.
Il Corpo, la sua immobilità, le sue movenze... a volte complessa sinfonia di azioni, ritmi, potenza... più spesso vibrazioni appena percepibili, riesce ad esprimere così profondamente l’animo umano che, per l’occhio attento e sensibile, non è in grado di serbare alcun segreto.
La Voce, nell’espressività verbale in generale, ed in particolare in quella teatrale, è del tutto simile ad un canto, ed è proprio la melodìa di quel canto che chiarisce il reale contenuto emotivo di una frase, di un intero discorso o di una singola parola, non certo i termini scelti che sono del tutto intercambiabili. Una certa “intonazione” può conferire loro un significato esattamente opposto a quello ordinario.
L’azione teatrale però deve tenere in considerazione altri due determinanti elementi:
Lo Spazio. La tridimensionalità dello spazio circostante, sebbene molto importante anche per la musica, nel teatro acquista una funzione basilare. Lo spazio è infatti l’elemento con il quale interagire istante dopo istante poiché il movimento degli attori, degli oggetti o delle scene lo rendono una entità in continua mutazione. Spazio e tempo possono essere fantasiosamente definiti la “lavagna pulita dell’immagine e del movimento” così come silenzio e tempo “lavagna pulita del suono e della musica”.
La Tecnica: imprescindibile supporto per la finzione. Respirazione - Gestualità - Tecniche vocali - Dizione... Ma perché sia un teatro credibile, coinvolgente, una occasione per “vivere mille vite” e non l’addestramento da parte dell’ammaestratore di turno, il teatro deve saper sempre assoggettare la tecnica ad un pensiero: laddove non c’è un pensiero “autentico” non può esserci espressione credibile pure nel silenzio e nell’immobilità. Allora ciò che dovrebbe essere una finzione coinvolgente risulterà una insopportabile falsità senza alcun arricchimento né per l’attore né per chi assiste.
...Ma non c’è modo di mettere in atto un pensiero “autentico” senza avere piena coscienza di ciò che si sta trattando. Questo è il motivo per il quale personalmente giudico le potenzialità di un attore da quanti “perché?” rivolge al regista: “perché quel gesto?”...“perché quella intonazione?”... e la qualità di un regista da quanti “perché?” riesce a soddisfare.
Lamberto Maggi
La Voce, nell’espressività verbale in generale, ed in particolare in quella teatrale, è del tutto simile ad un canto, ed è proprio la melodìa di quel canto che chiarisce il reale contenuto emotivo di una frase, di un intero discorso o di una singola parola, non certo i termini scelti che sono del tutto intercambiabili. Una certa “intonazione” può conferire loro un significato esattamente opposto a quello ordinario.
L’azione teatrale però deve tenere in considerazione altri due determinanti elementi:
Lo Spazio. La tridimensionalità dello spazio circostante, sebbene molto importante anche per la musica, nel teatro acquista una funzione basilare. Lo spazio è infatti l’elemento con il quale interagire istante dopo istante poiché il movimento degli attori, degli oggetti o delle scene lo rendono una entità in continua mutazione. Spazio e tempo possono essere fantasiosamente definiti la “lavagna pulita dell’immagine e del movimento” così come silenzio e tempo “lavagna pulita del suono e della musica”.
La Tecnica: imprescindibile supporto per la finzione. Respirazione - Gestualità - Tecniche vocali - Dizione... Ma perché sia un teatro credibile, coinvolgente, una occasione per “vivere mille vite” e non l’addestramento da parte dell’ammaestratore di turno, il teatro deve saper sempre assoggettare la tecnica ad un pensiero: laddove non c’è un pensiero “autentico” non può esserci espressione credibile pure nel silenzio e nell’immobilità. Allora ciò che dovrebbe essere una finzione coinvolgente risulterà una insopportabile falsità senza alcun arricchimento né per l’attore né per chi assiste.
...Ma non c’è modo di mettere in atto un pensiero “autentico” senza avere piena coscienza di ciò che si sta trattando. Questo è il motivo per il quale personalmente giudico le potenzialità di un attore da quanti “perché?” rivolge al regista: “perché quel gesto?”...“perché quella intonazione?”... e la qualità di un regista da quanti “perché?” riesce a soddisfare.
Lamberto Maggi
VIDEO
Video dello spettacolo teatrale di fine corso 2017
"UN LICEO IN GIALLO" |
Video dello sketch teatrale di fine corso 2017
"IL MISTERO DEL VASO" |
"IL GUSCIO DELLA CRISALIDE"
Sintesi dello spettacolo teatrale
di fine corso 2010
sul tema della tossicodipendenza
e della "paura di vivere"
(in slideshow)
Sintesi dello spettacolo teatrale
di fine corso 2010
sul tema della tossicodipendenza
e della "paura di vivere"
(in slideshow)
GALLERIA FOTO
TEATRO BAMBINI
COSE UTILI PER TEATRANTI
MODELLO
PER MISURE COSTUMI ▼
|